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La Cittadella di AK9

Sulla base dei rilevamenti effettuati, 'insediamento di AK9 sembra occupare una uperficie di circa 6.25 ha. Di questi ne abbiamo esplorati 2.6 corrispondenti ad una fascia di territorio orientata lungo l'asse NW­-SE larga mediamente 120 m e lunga 220 che, prendendo spunto dalle osservazioni condotte la Marcolongo sulle fotocosmiche Soyuz, sembrerebbe svilupparsi nella stessa direzione paleo-alveo-alveo del Murghab (MARCOLONGO B.: 1992).

All'interno di questa fascia abbiamo scavato ma superficie di 5920 m2 di cui 4932 appartengono alla cittadella (torri comprese) e 988 riguardano aree extra-moenia, ossia due trincee a ridosso delle mura E e S (148 m2) e una vasta area a S (840 m2) all'interno della quale si sono rinvenute alcune strutture (forni e fornaci, focolari, fosse intonacate e rinforzate con mattoni, fosse semplici e fosse a campana costruite nella sabbia, ecc.) e scarse estimonianze di manufatti: per l'esattezza sono stati rinvenuti due bicchieri e una ciotola integri e diversi (ma non numerosi) frammenti ceramici. L'insieme offrirebbe l'idea di un atelier, probabilmente da collegare con 'estrazione dell'argilla per la confezione di mattoni. Ma questo settore dovrà essere ipprofondito con maggior attenzione.

L'area rimanente della fascia in questione è ricoperta da formazioni sabbiose da cui affiorano frammenti di manufatti (grandi contenitori, ceramiche da tavola e da cucina, nacine, pestelli, ecc.), oggetti che tipicizzano un insediamento urbano. Al momento, per completare questo quadro, nancherebbe all'appello la sola necropoli che abbiamo cercato di localizzare, senza successo, nei pochi tratti sgombri da dune situati a W e NW della cittadella, dove si notano affioramenti di resti ceramici.

È probabile ehe la necropoli si trovi più lontana dal centro urbano di quanto fino ad oggi abbiamo cercato, oppure che si trovi sommersa dalle consistenti formazioni sabbiose che la circondano; ma, data la vicinanza e le documentate interrelazioni, non mi sento di escludere che esistesse una sola necropoli per AK9 e AK1 dal momento che la necropoli di AK1 sta rivelandosi più estesa del previsto, con l'asse principale orientato da SE a NW, in direzione di AK9.

Idagini extra-moenia in AK9
Idagini extra-moenia in AK9

Sguardo d'Insieme

A prima vista, AK9 si presenta come una cittadella fortificata a forma di parallelogramma irregolare, cinta da spesse mura, fittamente occupata da abitazioni che circondano un "palazzo quadrato" situato al centro del settore settentrionale.

Mappa complessiva di AK9.
Mappa complessiva di AK9.

Lungo tutto il perimetro corrono delle mura difensive potenziate da torri rettangolari; internamente e lungo le mura si sviluppa un camminamento (pomerius) che, per mezzo di passaggi intermedi, immette all'interno della cittadella, parcellato in epoca tarda in lotti abitativi con l'aggiunta di tramezzi. In realtà ciò che noi oggi osserviamo è l'immagine di una città  dopo il suo abbandono con strutture architettoniche e spazi abitativi attribuibili a epoche diverse, mescolati tra loro senza una logica apparente. Osserviamo i resti diruti di quelli che un tempo furono dei muri, ridotti dal degrado a nemmeno un metro di altezza dove le condizioni furono più favorevoli, cioè al centro della cittadella. Verso l'esterno queste tracce si affievoliscono progressivamente fino a scomparire quasi del tutto agli angoli NE e NW dove solo alcune tracce isolate di 2-5 cm al massimo testimoniano che lì, molti secoli fa, c'erano delle abitazioni. Nelle aree che hanno subito un maggior insulto da parte degli agenti esogeni sopravvivono solo i resti dei muri più antichi. Altrove, soprattutto in prossimità del cosiddetto "palazzo quadrato", notiamo la sovrapposizione di strutture architettoniche diverse che documentano antichi interventi di restauro, di allargamento o di rifacimento di abitazioni e magazzini, di fortificazioni, di cambiamenti d'uso.

Per cercare di capire cosa sia realmente avvenuto e addentrarci in una lettura di questo complesso su basi pratiche e concrete, penso sia opportuno prendere in considerazione alcuni vecchi insediamenti costruiti in argilla che ancor oggi sopravvivono nell'Asia Media e Centrale, ultimi esempi di una tecnica che, dimostrandosi funzionale nei secoli, da millenni è sempre rimasta uguale a se stessa.

(ibid., p. 45-48)

Fonte: Rossi Osmida, G.: Adji Kui Oasis. Vol.I: La Cittadella delle Statuette. Venice: Il Punto Edizioni 2007.