Il Trasporto Fluviale
In Mesopotamia la rete di navigazione interna era molto sviluppata: il Tigri e l'Eufrate, i loro affluenti ed effluenti ed i canali di irrigazione più importanti permettevano di trasporte le merci in modo più agevole, sicuro e meno costoso che via terra.
Scendendo il Tigri arrivavano "via acqua" in Sumer l'ossidiana del lago Van, il legno di cedro dai monti Amano, il bitume dal Medio Eufrate, il marmo dai monti Taurus e il rame, probabilmente dalle coste meridionali del Mar Nero.
Le barche fluviali utilizzate per il trasporto delle merci erano di due tipi: la quffa (da cui deriva il moderno termine marinaresco "coffa"), che era una curiosa barca circolare simile a un catino con un'armatura di legno coperta di pelli e impermeabilizzata con bitume; una "barca" talmente fuori dell'ordinario che perfino Erodoto la descrive nelle sue cronache. L'altra "barca" era in realtà una grande zattera, sempre di legno, il cui galleggiamento era rinforzato da sacche di pelle attaccate alla periferia.
L'Eufrae era navigabile, durante il periodo di morbida, in primavera, da Karkemis fino al golfo Persico. Da agosto a novembre, periodo di magra, la navigazione era resa più difficoltosa per l'affioramento di secche e di rocce. Con la piena, comunque, la corrente si faceva spesso violenta e impediva la risalita del fiume, tanto che si dovevano attendere anche dei mesi per riprendere la navigazione. Per questo molte zattere venivano smontate all'arrivo e il legname venduto sul posto.
Tra Mari e Sippar, l'Eufrate sembra essere stato sfruttato solo durante il periodo paleo-babilonese in quanto la via di comunicazione più importante tra Babilonia e il Levante continuò ad essere quella terrestre che passava per la pedemontana degli Zagros e l'alto bacino dell'Habur.
In epoca paleo-babilonese, quando funzionava la via fluviale, questa era costellata da punti di controllo che riscuotevano i diritti di pedaggio. Per questa via si trasportavano cereali, vino, legname; soprattutto merci pesanti.
Alle vie fluviali si devono sommare i canali, molti dei quali erano navigabili. In bassa Mesopotamia, tra i corsi del Tigri e dell'Eufrate, i loro affluenti e i grandi canali, le principali città erano tutte servite da una via d'acqua.