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Carovane

La documentazione storica fornita dagli archivi ufficiali sumeri e assiri fa riferimento a due tipi di carovane: quelle militari e quelle delle spedizioni commerciali organizzate dallo stato che assicuravano anche il servizio postale e che offrivano protezione a mercanti e viaggiatori in genere a fronte di un ragionevole compenso.
5. Carovana di cammelli lungo le piste del deserto del Karakum ritratta da Paul Nadar nel 1890. (Arch. del National Museum of Turkmenistan); ibid., pg 27.
5. Carovana di cammelli lungo le piste del deserto del Karakum ritratta da Paul Nadar nel 1890. (Arch. del National Museum of Turkmenistan); ibid., pg 27.

Quest'ultime utilizzavano asini da soma per il trasporto di merci lungo le principali rotte e sono ben documentati la quantità e qualità delle merci trasportate, il loro valore, il noleggio degli asini e le spese di trasporto.

I convogli contavano fino a 300 asini e percorrevano da 25 a 30 km al giorno; ogni asino poteva trasportare fino a 90 kg distribuiti in tre bisacce sigillate di 30 kg ciascuna: due laterali e la terza fissata al di sopra di queste.

6. Beni Hasan, Egitto. Riproduzione di un affresco tombale della XII dinastia con una carovana di nomadi asiatici (Aamu) specializzati nella produzione di oggetti in rame e in bronzo che trasportano sui loro muli; ibid., pg 28.
6. Beni Hasan, Egitto. Riproduzione di un affresco tombale della XII dinastia con una carovana di nomadi asiatici (Aamu) specializzati nella produzione di oggetti in rame e in bronzo che trasportano sui loro muli; ibid., pg 28.

Un asino, all'epoca di Sargon, valeva più di 30 sicli (shekel) d'argento. Per avere un rapporto di valore, allora uno schiavo adulto valeva 20 sicli d'argento e una pecora 1, 5 sicli. Ora, siccome il siclo d'argento era una misura convenzionale, chi vendeva un asino poteva ricevere in pagamento 20 percore o qualunque altra merce che gli fosse gradita il cui valore, espresso in argento, equivalesse ai 30 sicli dell'asino (CHIERICI: 1980, pag 156).

Va inoltre segnalato che anche l'asino era messo nel conto delle merci da vendere una volta giunti a destinazione, che la specie utilizzata dagli inizi del II millennio era di colore nero e che alcuni sovrani di Mari si erano dedicati al miglioramento della razza da soma procedendo a degli incroci anche con gli onagri.(2)

La guida degli asini era affitada a dei professionisti, i sàridu, che a fronte di regolare contratto conducevano questi animali lungo un tratto di strada avvicendandosi con alrtri colleghi; la cura degli asini era invece affidata ad uno o più stallieri (kassàru) che provvedevano per tutto il tragitto alle necessità degli animali, alla distribuzione del carico e alla loro bardatura. A fronte di questi servizi, asinai e stallieri venivano ricompensati con l'assegnazione di una modesta parte del carico esente da interessi che potevano liberamente commerciare un volta giunti a destinazione (MICHEL C:: 1992).

7. Asino da soma raffigurato sulle porte bronzee di Imgur-Enlil, l'odierna Balawat. IX sec. a.C. (British Museum); ibid., pg 28.
7. Asino da soma raffigurato sulle porte bronzee di Imgur-Enlil, l'odierna Balawat. IX sec. a.C. (British Museum); ibid., pg 28.

È curioso osservare che queste tradizioni carovaniere, si sono tramandate per diversi secoli senza subire particolari variazioni, tanto che le ritroviamo riferite anche dai mercanti veneziani che trafficavano in Oriente nel XII e XIII secolo.

La necessità di risolvere il problema del trasporto delle merci fu avvertita inizialmente soprattutto dalle popolazioni agricole del Neolitico costrette a stoccare in luoghi asciutti e sicuri (quindi: sufficientemente lontani dal corso dei fiumi) i cereali che raccoglievano. Finchè la produzione rimase limitata al fabbisogno del villaggio, questa incombenza poteva esser risolta collettivamente con un trasporto a spalla; ma quando ci si accorse che l'eccedenza poteva esser fonte di ricchezza, si aumentò la produzione e, parallelamente, si escogitò un sistema di trasporto più efficace. Nacque la slitta trainata dapprima a braccia su terreni sabbiosi o limosi; poi da un bovide o da un onagro.


(2) Nei documenti sumeri riguardanti i trasporti terrestri non è mai nominato il cammello, destinato a divenire in seguito l'animale tipico di queste regioni. I Sumeri comunque lo conoscevano e lo chiamavano "asino di mare" (ibilu), forse perché proveniva dalla penisola arabica. Il primo documento storico-iconografico che lo riguarda come mezzo di trasporto è un bassorilievo assiro del 1100 circa.

 

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